Invece di osservare la “crisi” dello Studio Odontoiatrico dal profilo economico, proviamo a farlo da quello etico e culturale. Vediamo cosa potrebbe accadere e quanto ci potrebbe far riflettere anche sulle decisioni da prendere. I nuovi atteggiamenti del settore sembrano presentare uno scenario che vede sempre più lo Studio come un “generatore” di profitti. Ce lo dicono i titoli di molti testi, gli argomenti trattati in molti corsi di formazione. Lo Studio/Impresa, Il dentista/Imprenditore, Odontoiatra e Srl etc…Sembra che lo scopo principale, se non unico stando alle acquisizioni di molti Studi Odontoiatrici da parte di Fondi assicurativi e/o bancari, ,sia quello di massimizzare i margini di utilità. E ancora, la tendenza delle nuove economie è quella di ridurre i rapporti allontanandosi dall’”altro”, portando al minimo il livello di relazione. Tutto questo porta il dialogo in un territorio con totale assenza di risposte “etiche” alle domande dei Pazienti, che spesso hanno a che fare con cose semplici ed “estranee” al contesto clinico (i “pallini” dell’anziano, la paura del bambino, il disagio del manager con la bocca aperta..) Solo protocolli, firma sui consensi, anamnesi autonome con IPad e firma digitale, whatsapp con reminding del richiamo etc… Ottimi strumenti solo se considerati mezzi. Mai fini. Non solo economica la crisi dello Studio ma anche di relazione e di cultura. Si perde l’attenzione e la consapevolezza dell’”altro”. La vedo così. Lo Studio ha bisogno di qualcosa di nuovo e per farlo inizierei dall’inserimento (vero) della Relazione nella dimensione gestionale. Lo Studio Odontoiatrico così come la maggior parte delle Professioni sanitarie, non può prescindere dall’inserimento di beni relazionali da affiancare agli investimenti in attrezzature e tecnologia (beni materiali). Si deve iniziare dall’entrare in contatto con il concetto di “comunione”. Prima cosa da fare, nella fase di prima organizzazione o di ri-organizzazione dello Studio, è il processo di trasformazione del Gruppo e successivamente dei Pazienti facendo attenzione a non confondere tale processo con il solito “facciamo gruppo, facciamo squadra, che non è altro che lavorare per il risultato ma senza anima, senza valori ne cultura. Senza Relazione. Dalla selezione alla formazione delle persone, mai tralasciare questo aspetto che deve accompagnare lo sviluppo rinnovandosi di giorno in giorno, alimentando la vita in Studio coinvolgendo anche i Pazienti. Tutto migliora (anche la terapia), il tempo scorre serenamente, i sorrisi sono bellissimi…