Lo Studio Odontoiatrico, per sua natura, svolge una “mission” ben precisa. Quella di curare e di preoccuparsi di ogni miglioramento e approfondimento possibile relativamente alla salute orale. Richiamare persone adeguate a tale scopo è sicuramente un passaggio determinante per lo sviluppo perfetto dell’organizzazione. Oggi, più di ieri, le persone hanno necessità di uno stipendio per vivere e far vivere. Questo è così chiaro da peccare di “ovvietà”. Ma questo aspetto, che a prima vista può sembrare fondamentale, al primo semplice approfondimento, si subordina subito al vero significato del lavoro che è la affermazione di sé, verso se stessi e verso la collettività. Più approfondiamo più tale considerazione si concretizza al punto di concludere che nessuna persona lavora per denaro. E, quando lo fa, è perché costretta dal bisogno. Ma se ci pensate anche in questo caso tutto torna lì. La propria affermazione. Attraverso lo stipendio e il contratto obbligatorio, possiamo stabilire perfettamente tutte le disposizioni che regolano il rapporto ma per ottenere la passione, l’amore e l’interesse per ciò che si fa, a quale contratto dobbiamo riferirci? Quale moneta ci serve? La buona relazione e una “mission” di qualità. Questi elementi ci permettono di attrarre persone che hanno una “vocazione” per ciò che fanno. Capita di notare, quando siamo in un negozio, in uno studio professionale o al ristorante, alcuni impiegati che hanno un atteggiamento particolarmente attento e amorevole, ci chiedono impressioni e la loro disponibilità è chiaramente spontanea che mostrano piacere nel dare, spesso più di ciò che ricevono. Ecco: siamo di fronte a quelle persone dotate di “vocazione” e di “motivazioni intrinseche” (cfr.: L.Bruni). La selezione, non deve concentrarsi sui titoli e percorsi didattici e/o professionali, questi sono utili informazioni per partire. Ciò che è importante è scegliere persone che vedono nella attenzione al paziente, nel coinvolgimento con il team, nella passione per la crescita continua, un qualcosa che va oltre il contratto, gli orari e il mansionario. Consiglio: parlate con loro, chiedete se hanno mai avuto esperienze in associazioni, nel volontariato o in contesti sociali o cooperativi. Poi leggetevi il curriculum obbligatorio, sì, , quella strana “biografia” con tanto di foto, passioni ed interessi nel tempo libero, rigorosamente incastrata in una griglia, così come vuole lo standard europeo. Nella mia esperienza di consulente spesso mi soffermo su questa (vera) considerazione. Gli studi di eccellenza attraggono persone di eccellenza (vale anche il contrario). Coincidenze? Chissa?