Criticare il momento significa perdere la competitività
Ero un ragazzo, primi passi nella professione di analista contabile, erano appena apparsi i computers, non erano ancora personal e enormi iniziavano a pensare al nostro posto, ammiccando con delle lucine ora verdi, ora rosse. Dopo l’inserimento dei dati, senza alcuna riluttanza nè tentennamenti, estraevano un bilancio del periodo esaminato, che veniva messo in confronto con quello precedente, diviso per voci, ordinato con criteri multipli. Insomma ero nel pieno della rivoluzione, una cosa straordinariamente affascinante, che da quel momento avrebbe segnato la grande svolta. La tecnologia e la professione si univano, inventando una nuova leva per lo sviluppo e della comunicazione.
Ma il “flashback” non si riferisce a questo, ma a cio’ che disse mio padre, un giorno, nel pieno del mio totale abbandono per la scoperta di nuovi innesti tra tecnologie e professione: “Caro ragazzo, queste macchine, questi computers, dobbiamo fidarci?…! Mah, come era meglio quando c’era il vecchio libro mastro…!!”. Quel giorno capii che il distacco era netto, che avrei dovuto prendere la mia strada. Me ne sono andato e non ho mai smesso di approfondire e di studiare tutti i mezzi che appaiono sul mio percorso, che trasportano nuovi mezzi di comunicazione, sempre più a basso costo, che ampliano le capacità di relazione tra le imprese e il mondo circostante, peraltro sempre più sensibile, interattivo e presente. E’ straordinario vedere le evoluzioni continue e gli adattamenti che gli Studi Odontoiatrici stanno effettuando per entrare nel mondo della nuova comunicazione. All’inizio si pensava che fosse un campo praticabile da pochi eletti, ma oggi gli Studi stanno cambiando completamente i loro modelli organizzativi. Il nuovo modo di comunicare, creato proprio dalle nuove tecnologie di comunicazione, permette infatti di interagire con il Paziente e con la gente e finalmente, dopo anni e anni, siamo veramente riusciti a trasformare la Comunicazione dello Studio da transazionale a relazionale. I vecchi valori etici e deontologici oggi, più di ieri, possono essere più facilmente trasmessi con i mezzi di domani. Internet e gli apparati connessi stanno diventando la nuova piattaforma di marketing.
Attraverso i blog posso conversare e coinvolgere il Paziente, con i social network informo e intrattengo, incrementando l’aggregazione e il coinvolgimento. Per avere un’idea, in termini numerici: ogni giorno si iscrivono a Facebook almeno 700.000 utenti, circa 480.000 su Twitter e su YouTube vengono caricate 1 miliardo di ore di video al giorno. E’ sufficiente un palmare o uno smartphone per collegarsi con il mondo, senza avere una conoscenza di base. Non si può rimanere indifferenti di fronte a questo cambiamento culturale e organizzativo. Il vantaggio competitivo che si ottiene con l’introduzione della nuova comunicazione in Studio genera grandi benefici e la loro “non attivazione” rischia di ridurre irreversibilmente la competitività verso chi ha già intrapreso questa strada.
In occasione di una breve relazione in un congresso Odontoiatrico tenutosi qualche giorno fa, un partecipante mi interrompe : “Invece di star qui a raccontarci che la soluzione è nel avere o non avere il sito internet, ci dica come dobbiamo fare a ridurre i costi e combattere gli Studi che stanno unendosi e fanno importanti investimenti mentre i nostri fatturati diminuiscono..! Uno zibaldone disarticolato e confuso che aveva più le caratteristiche di un grido di impotenza che di una vera e propria richiesta di informazioni. Nonostante la risposta se la sia data da solo, come fare a non comprendere la preoccupazione? Se il simpaticissimo avventore mi avesse lasciato serenamente concludere, avrebbe appreso importanti e utili informazioni. Ma andiamo all’origine del problema, che nulla ha a che fare con gli inutili contenuti delle obiezioni mosse, ma molto con la totale assenza di conoscenza e la completa estraneità sulla grande rivoluzione che è in atto in ambito di comunicazione, tecnologia, società e gestione .
Assistiamo, da tempo, ai fallimenti di imprese, che a causa della “non percezione” della portata del cambiamento, insistono su format inutili e in disuso, facendo confusione tra ottimizzare e tagliare. Pensate a colossi come Kodak, falliti in brevissimo perché non adeguati al sistema digitale e a quanti Studi versano oggi in crisi perché vedono come unica e saggia soluzione, per affrontare le criticità, quella di interrompere gli investimenti e ridurre i costi, a danno della qualità e della professionalità, trasformando ciò che per loro rappresenta la soluzione, nel problema. Non bisogna confondere la professionalità con il conservare vecchi schemi e culture gestionali obsolete e “fai da te”. Sa di artificioso e rassicurante. Basta utilizzare il modello della persuasione unilaterale, dove per avere successo si può anche non esser sinceri. Bisogna incrementare la fiducia, la trasparenza. Grazie alle nuove risorse digitali e tecnologiche possiamo più che mai ritrovare i valori dell’ascolto (attraverso monitoraggi diretti), della comprensione (grazie a delle misurazioni ), della relazione (attraverso i social e i blog). Se abbiamo una storia da raccontare, oggi possiamo farlo e se questa storia è bella molti lo sapranno e lo racconteranno ad altri che lo trasmetteranno ancora, ancora e ancora. La gente si fida della gente, non più dei paroloni dietro i quali , a volte si nasconde un professionismo sconfitto e vecchio.
Vivo in un piccolo centro. Viterbo. Nell’ultimo mese hanno aperto tre Centri Odontoiatrici molto grandi. Investimenti e tecnologia. Odontoiatria certificata e moderna. Coraggio e convinzione. E’ un chiaro allarme?Significherà qualcosa?
Sono uscito dalla Conferenza, mi seguono sguardi di giovani Odontoiatri, un po’ confusi, preferirei affascinati, per la verità. Avrebbero voluto sapere di più. Significherà qualcosa? Fuori c’erano degli Stands, pieni di libri di comunicazione, marketing, impresa e gestione e all’uscita un ragazzo che presentava un prodotto ad alta tecnologia di estetica del volto. Significherà qualcosa?
Ho guardato in terra, ho sorriso.
E in treno ho scritto l’articolo.