Dottore, quando vi siete riuniti (tutti) l’ultima volta? Vi dico prima la risposta positiva: “in realtà avevamo iniziato a riunirci, ma poi la mancanza di tempo ci ha fatto interrompere”. Ora quella negativa: “riunioni ? Ultima volta?. Mai fatte.” E’ proprio così. Nella mia esperienza raramente ho incontrato Studi che inseriscono gli incontri periodici nel modello gestionale. Non voglio dire che non se ne senta la necessità ma credo non venga adeguatamente considerata l’importanza di questo “momento”. Le riunioni hanno prima di tutto un fine etico che è quello di diminuire le “distanze” tra i luoghi delle decisioni e quelli della vita di Studio, contrastando fortemente gli attuali atteggiamenti organizzativi che tendono a concentrare le decisioni in grandi strutture, spesso straniere e lontane da tutto e tutti. Nelle riunioni periodiche si crea pian piano la relazione con gli altri che, se ben fatta, porta all’uguaglianza e alla unione che sono gli elementi fondamentali per lo sviluppo naturale dello Studio. Meglio evitare di esporre un problema attraverso la richiesta di un incontro vis a vis con il titolare, perché quando si giunge a questa soluzione, significa che la sua intensità è arrivata al massimo e il rischio potrebbe essere quello di esporre in maniera disagevole e preoccupata e di trasformare il colloquio in una serie di reciproche giustificazioni, finendo in molti casi nella sfera personale o privata e, soprattutto concludendo senza risolvere il problema . Consiglio: Gli incontri devono esser brevi: una rapida presentazione degli argomenti e un format molto colloquiale. Elemento caratteristico? La libertà nelle idee e nelle proposte. Negare la libertà significherà negare tutto il resto. Tenetelo a mente e buona riunione!