Domenica 26 febbraio un articolo sull’inserto Salute del Corriere della Sera ha il titolo “Tra medico e paziente la relazione è vera cura”. Leggo il titolo.Non mi colpisce più di tanto. Penso al solito articolo che invita i medici ad ascoltare più e meglio i pazienti, insomma la retorica con la quale si approcciano questi argomenti è maggiore della sua reale essenza e il concetto, fondamentale e centrale (anche per il successo della terapia) passa inosservato, si da tutto per scontato. Come l’alcol, il fumo e il gioco d’azzardo. Piaghe sociali. Cose brutte che nuocciono alla salute. Uccidono. I grandi investitori e le multinazionali informano e guadagnano. Situazione duale con effetti azzeranti. Così, quando ho letto l’articolo ho pensato proprio a questo. Sappiamo che la relazione è l’unico vero raccordo con il paziente. L’unica via da seguire per collegare la malattia alla sua conoscenza dove il paziente comprende perché compreso. Mi sono ricreduto dopo averlo letto tutto. Si parla di relazione spiegando i processi cerebrali che attiva. Racconta di un recente lavoro svolto all’Università di Udine (ateneo da sempre molto attento a questi temi). con la società F.I.O.R.E. L’aiuto della risonanza magnetica ha permesso di eleggere addirittura un modello (Ippocrates) che individua la necessità di vedere all’interno della relazione medico-paziente cinque aree di bisogni relazionali (comprendere quanto sta realmente accadendo, farsi un’idea del futuro che lo attende, esprimere le proprie emozioni, ricevere le necessarie attenzioni e arrivare a prendere decisioni che la condizione di malattia comporta”). L’analisi degli “stati d’animo” rilevati permette di concludere che la relazione influenza i circuiti cerebrali a livello di empatia (cd.teoria della mente). Si dice che dopo pochi secondi dall’inizio del colloquio medico paziente, questo viene interrotto (A.Pampallona). Burn-out..? Scarsa formazione in materia di relazione..? Mancanza di tempo..?
Questo articolo, a differenza di quelli spesso presenti in ambito medico-sanitario, presenta un protocollo scientifico, uno studio pragmatico. Mi chiedo se nella società che fa innamorare i giovani con gli algoritmi, una spiegazione tecnica forse entra meglio..! Se si inizia a pubblicare studi scientifici a supporto delle antiche teorie della filosofia greca, vuol dire che la strada è quella giusta. La sensazione è che la attenzione sta cambiando davvero, anche se la formazione sulla Relazione (non sulla comunicazione) è davvero scarsa e molto improvvisata, si inizia a vedere una luce, meno fioca del solito. Deve essere un led.