Stanno nascendo strutture sempre più grandi e più organizzate , piene di tecnologia e pianificazioni promozionali, sempre più spettacolari e di impatto. Questi apparati sono così perfetti che provocano in tempi brevi effetti di efficienza importanti. Fenomeno indubbiamente interessante, per certi versi valido. Mi chiedo però: dove sono finiti i “pallini” dei pazienti? Quante volte “prendiamo” le mani di chi ci sta raccontando i suoi sintomi e quindi le sue ansie? Quanto tempo impieghiamo nell’ascolto, quello vero intendo? Insomma tanta comunicazione ma nessuna relazione. Attenzione a non aumentare le distanze con le persone e a non pensare che i pazienti sono la una risorsa e un dono insieme. A loro deve essere rivolta la massima attenzione sia in termini terapeutici che di vita. La formula: Proponiamo a persone esperte in un qualsiasi settore, dalla cucina tipica all’astrofisica, dalla musica alla chirurgia estetica e chiediamo di “depositare” un’ora del loro prezioso tempo e di metterlo in un contenitore che si chiama “Io ci sono”. Invitiamo poi gente che conosciamo e anche quella che vorremmo conoscere. E iniziamo la serata, rigorosamente indimenticabile! Da tre anni insieme alle altre iniziative, ho inserito questa mia idea nel format che utilizzo per lo sviluppo etico delle organizzazioni; che ho voluto chiamare “Talk Show”. Nasce sulla falsa riga di quello televisivo dove ci sono ospiti che discutono con un conduttore e con il pubblico. Cerco di mantenere l’attualità sempre presente ma con l’intento di integrarla con temi utili o meglio, utilizzabili dalle persone. Cosa significa utilizzabili? Diciamo che ognuno deve portarsi via informazioni “pronte”, da impiegare subito nella vita e che, ricordando l’evento, questo possa trasformarsi in un’emozione. Alcuni titoli più gettonati: “Il Sorriso racconta il Sorriso” “Il Cibo racconta il sorriso” “L’Arte racconta il Sorriso”. Con il “Talk Show” lo Studio esce dallo schema per “avvicinarsi” al territorio e alla gente. Il Talk Show vuole che lo Studio diventi uno spazio per gli “altri” , non solo per la cura. Deve trasformarsi in una Agorà, dove l’eccellenza clinica si percepisca anche nella cultura che viene dispensata e rimessa al suo posto, quello di veicolare la sensibilità e di comprendere la relazione con gli altri. Poi c’è l’arte. Un artista è sempre dentro l’evento, possibilmente che abbia fatto questa scelta esclusiva, possibilmente del territorio, possibilmente sconosciuto. Non esistono più i “mecenati” perché la poca cultura ha interrotto la ricerca dei nuovi artisti. I “nuovi ricchi” vanno sul sicuro, comprano più per investire che per amore . Una bella notizia per concludere. Tantissimi Talk Show vengono organizzati ogni giorno e con grandi risultati! Alla gente piacciono molto, ai Titolari piace presentarsi “fuori contesto” , Il Team si sente orgoglioso…! E’ bellissimo!